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Antonio Lo Schiavo 7°
di S.Marina




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ALTRE IPOTESI
SUL COGNOME
" LO SCHIAVO"

di -- ALDO C. MARTURANO --


Pubblichiamo in questa pagina alcune teorie che riguardano la derivazione linguistica ed anche gli aspetti geografico-sociali che insieme diedero vita al cognome LOSCHIAVO (con tutte le sue variazioni oggi utilizzate).
Queste teorie sono brillantemente esposte da ALDO C. MARTURANO che si è rivelato grande amico del sito www.loschiavo.it.
Ospitiamo con gratitudine le Sue opinioni perché Egli rappresenta uno dei più autorevoli studiosi moderni del Medioevo Russo e di tutta l’area geografica “SLAVA” .
La trascrizione integrale delle suddette teorie si integra perfettamente nella visuale garantista di questo sito che presenta, a coloro che ne fossero interessati, le diverse linee di pensiero riguardanti gli argomenti di cui sopra ed inoltre apre le proprie pagine a tutti coloro che hanno il desiderio e il piacere di voler fornire dati nuovi, notizie o quant’altro serva a meglio chiarire qualsiasi affermazione già fatta.

 

……. La parola SCLAVUS, riletta sull'originale greco, che a sua volta risale al nome di una qualche tribù slava del centro Europa, già dal VI-VII secolo sicuramente entra a far parte del lessico italiano con significati specifici non strettamente collegati a derivazioni di tipo etnico.
Secondo la mia teoria, essa non può essere riportata ad un solo eponimo o ad un solo antenato e neppure ai soli schiavi di etnia slava.
Infatti, dal X sec. in poi comincia in Italia la mutazione semantica della parola latina che indicava lo schiavo come SERVUS affidando a tale appellativo il significato di “chi lavora per servire a pagamento” ma fondamentalmente è un uomo libero anche se per questioni prettamente economiche non è libero di fare ciò che vuole.
I servi, che i Romani una volta catturavano in Germania, ora che i Germani sono assurti al soglio imperiale, vengono venduti dai Germani stessi a coloro che li ricercano, però non sono loro affini, ma SLAVI (appartenenti quindi ad una vasta area geografica) e così a poco a poco questa supposta parola (sclavus) che designerebbe una tribù non ben identificata lungo il bacino dell'Elba, va a sostituire il termine SERVUS utilizzato fino ad allora…………………… (continua sotto)

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(Inciso di chiarimento storico-geografico estratto da : “Andrea deve morire – viaggio storico nel Medioevo Russo” di A.C. Maturano)
……………..I tre popoli nominati : i Grandi Russi, insieme ai Piccoli Russi o Ucraini e ai Russi Bianchi o Bielorussi, sono conosciuti poi con un termine più generico di Slavi Orientali.
Dunque oggi i popoli parlanti una lingua slava vengono divisi in Slavi Occidentali e Slavi Orientali principalmente sulla base di criteri linguistici (e talvolta religiosi : ortodossi gli orientali, cattolici gli occidentali), ma nel X-XI sec. era ancora possibile raggrupparli tutti insieme, dal punto di vista culturale.
Queste genti si erano mosse intorno al V-VI sec. dalla loro sede originaria, che ormai si è quasi concordi a riconoscere nel bacino del fiume Elba, usando i dati linguistici a disposizione come i nomi dei fiumi e dei laghi (idronimica) o i nomi dei luoghi (toponomastica).
L’area è quella oggi compresa nei confini tedeschi, da Dresda ad Amburgo, per intenderci, e fino ai Carpazi immediatamente nel nord della Penisola Balcanica !
Molte di queste popolazioni erano state spinte a migrare fuori delle loro sedi d’origine dai Germani che premevano dal nord e dall’ovest, e si erano riversate verso il sud.
Avevano premuto ai confini dell’Impero Bizantino finchè non erano “straripate” nella Pannonia e nella Tracia.
Avevano costretto i popoli di cultura latina a ritirarsi sui monti (Valacchi o Vlahi) ed erano giunti così fino a popolare il Peloponneso e tutta la costa Dalmata……….
……Gli Slavi Orientali non erano un solo ed unico popolo, ma una congerie di popoli affini, in migrazione nella Pianura Russa, dove si sapeva trovarsi grandissime fonti di ricchezza…………
………… Siccome poi i mercati compratori si trovavano nelle grandi città del Mediterraneo e del Medio Oriente (Bisanzio sopra tutte), i prodotti della Terra Russa divennero famosissimi e ricercatissimi ovunque nel mondo musulmano e in quello cristiano !
E non solo, come abbiamo visto, miele, cera e tessuti di lino e canapa, (e potremmo aggiungere anche l’avorio di zanne di tricheco o l’ambra) venivano esportati da queste zone… ma in primo luogo schiavi di alta qualità, di cui c’era grandissima richiesta in quasi tutta l’Europa e negli stati musulmani ! …………
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(continuazione)
………………… La maggioranza degli schiavi che arrivavano in Italia erano venduti particolarmente dai Veneziani che li “importavano” dalla Dalmazia (dai Narentini o Slavi della Neretva) ma non sempre essi erano SLAVI di cultura o di lingua.
Andando avanti nel tempo e fino al XI-XII secolo, i modi per acquisire schiavi erano prevalentemente due :
---1. Vincere una battaglia e quindi vendere i soldati vinti e sopravvissuti che fossero in buona salute o comunque recuperabili fisicamente
---2. acquistarli con regolarità dai mediatori.
In ambedue i casi esisteva, quindi, un mercato che si approvvigionava in continuazione di nuovi individui specialmente in Bielorussia (per la bellezza dei fanciulli).
I fornitori più fidati erano i Cazari, gli Ebrei Rahdaniti, gli Armeni, i Veneziani, gli Amalfitani, i Genovesi e i Polovzi delle steppe ucraine.
In cima a tutti però c'erano i Rus' di Novgorod la Grande che i musulmani ben conoscevano e alla cui terra davano il nome di Paese degli Schiavi (Bilad as-Saqalibat).
Non a caso solamente a Cordova (in Spagna vi fu una lunga dominazione arabo/musulmana) in un censimento è stata annotata la presenza di ben 16 mila schiavi russi.
Le testimonianze dell’epoca ci comunicano anche che quasi nello stesso numero (gli schiavi russi) erano presenti rispettivamente nella corte di Fustat (Cairo) ed a Bisanzio ed ancora diverse migliaia a Baghdad e al Laterano.
Nulla collega questi individui “schiavi” con l'immagine dello schiavo in catene, misero etc. etc.
Infatti questo è uno stereotipo sbagliato e riferibile più agli schiavi deportati negli Stati Uniti che a quelli che circolavano fino al XV sec. nel Mediterraneo.
I contadini di quelle epoche vivevano con i prodotti di un pezzo di terra ben definito e quando la famiglia aumentava troppo diventava indispensabile vendere le "bocche da sfamare in più".
Ciò spesso avveniva non per trarne solamente un vantaggio economico ma piuttosto per assicurare a questi ragazzi una vita migliore rispetto al morire di stenti.
Certo questi individui dovevano sottostare a certe regole, ma per ragazzi di 6-7 anni le regole diventavano presto un modo di vivere, un tipo di educazione.
I ragazzi di solito erano impiegati nei lavori pesanti e come soldati, spesso venivano evirati per farli diventare placidi ed ubbidienti, mentre le ragazzine venivano educate a far spettacolo (danzatrici, spogliarelliste e similari) o per servizi sessuali.

Un'osservazione vorrei fare sul rutilismo e sul biondismo (supposta caratteristica prevalente dei
Loschiavo (n.d.r.))

Questi sono caratteri recessivi quando si mescolano geni che portano colori con contenuto di melanina molto maggiori che sono invece dominanti e quindi è difficile credere che (il rutilismo poi sembra essere un carattere genetico a sè) la comparsa di caratteri di biondismo siano un semplice apporto esterno.
Certo su un numero grande di figli (la maggior parte poi morivano in tenera età nel passato) è accettabile che magari siano sopravvissuti anche i biondi
Il fatto è confermato anche nelle Cronache in cui si conferma che i figli delle schiave venivano di solito adottati come figli propri dai padroni. . (questa tesi funziona solo nel caso collegato alle teorie di cui sopra e cioè di individui singoli fatti schiavi e rivenduti. Viceversa si conferma la dominanza del biondismo nel caso di gruppi familiari migranti che, stanzializzando, per lungo tempo accrescevano le famiglie all’interno del clan rinforzando i caratteri genetici. (n.d.r).
Khair ed-Din Barbarossa, se non sbaglio, era di origine calabrese, ma un certo generale egiziano del X sec. Giauar as-Siqilli (ossia il siciliano) abd ul-Malik (ossia lo schiavo del re) è rimasto famoso per le sue imprese e per essere diventato amir ul-bahr (cioè ammiraglio).
Io poi ho una teoria sull'origine dei cognomi siciliani: ad esempio Morabito, Macaluso, Miccichè ed altri. Quando gli Arabi conquistarono la Sicilia fecero il censimento dei "cristiani" per far loro pagare la gizija e registrarono il nome cristiano (che so, Antonio, Giovanni etc.) e il loro mestiere.
Così il frate armato fu chiamato Murabitun, il muratore Makallus etc.e gli schiavi invece furono obbligati ad avere un nome che cominciasse con 'ABD’ ossia in arabo schiavo da cui molti cognomi che cominciano AB- o AV- oppure con BOD-/BED-.

Aldo C. Marturano

Autore di :
OLGA LA RUSSA -- L'OMBRA DEI TARTARI -- LA BADESSA DELLE PALUDI --L'ULTIMO AMORE DI NOVGOROD E MESCEHK -- IL PAESE DEGLI EBREI DIMENTICATI -- ANDREA DEVE MORIRE "VIAGGIO STORICO NEL MEDIOEVO RUSSO" --



SI RAMMENTA AI LETTORI ANCHE IL SEGUENTE LAVORO DELLO STESSO AUTORE !!!

 

 

 

 


antonio 7° lo schiavo di S.Marina
















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